Con una lettera congiunta indirizzata rispettivamente ai Ministri della Difesa, dell’Interno e dell’Economia e delle Finanze, le principali Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari (APCSM) – sempre più solide realtà e punti di riferimento per tutti i cittadini in armi – chiedono a gran voce l’adeguamento delle norme di settore (nello specifico D.Lgs. 66/2010 “Codice dell’Ordinamento Militare” e Decreto n. 9 del 7 gennaio 2025 “Regolamento di attuazione”, che modifica il TUOM “Testo Unico delle Disposizioni Regolamentari in materia di Ordinamento Militare).
Se già in origine la norma generale si presentava sotto molti aspetti del tutto lacunosa e inadeguata alle reali prerogative delle allora neocostituite APCSM oggi, ancor di più, la questione è aggravata dal fatto che dette Associazioni hanno raggiunto un volume di iscritti ed una capillarità tali da rendere sempre più necessaria ed improcrastinabile una completa modifica/revisione delle norme primarie e regolamentari di riferimento, allo scopo di sanare una serie di vulnus emersi successivamente in occasione della già ampiamente superata fase di “rodaggio”.
In virtù del quadro generale suesposto si registrano, in numerose circostanze ad opera delle Amministrazioni competenti, una serie di interpretazioni ed atteggiamenti di rigidità nei confronti delle differenti questioni sottoposte alle loro attenzioni, tali da invalidare e mortificare l’azione sindacale, nel più ampio senso del termine; ciò, conseguentemente, mina il concretizzarsi della c.d. agibilità sindacale a danno sia del personale militare che dei relativi dicasteri.
LE RICHIESTE DELLE A.P.C.S.M.
Proposte di modifiche/integrazioni al D.Lgs. 66/2010 (C.O.M.) ed al Decreto n. 9 del 7 gennaio 2025 (Regolamento di attuazione delle norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare).
Come detto, l’esigenza di procedere ad una revisione normativa ormai non è più procrastinabile e, pertanto, il Governo in carica (sebbene con molteplici proclami si sia schierato vicino al mondo del personale in uniforme) deve farsi carico dell’onere di adeguare le norme in parola, facendosi promotore di ogni utile azione tesa alla definitiva risoluzione delle problematiche afferenti all’alveo delle libertà e delle prerogative sindacali che investono le APCSM nazionali. Ciò, nell’interesse delle diverse migliaia di cittadini con le stellette che queste ultime si onorano di difendere e rappresentare in ogni tavolo consentito.
Pertanto, nei testi sottoposti al vaglio del Decisore politico, occorrerà ripartire da una:
I TEMPI SONO MATURI
Riponendo la nostra più ampia fiducia, come sempre, nella sensibilità da parte delle Istituzioni competenti (già interessate su queste e tante altre questioni in sede tecnica), le scriventi Associazioni restano in attesa di una risposta “di sostanza”, con un chiaro richiamo alla Politica di tipo bipartisan, e si dichiarano pronte sin d’ora (non augurandoselo) a “mandare deserti” i tavoli negoziali, per i prossimi rinnovi contrattuali, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica.
Iscriviti subito a SIAMO Esercito!
Riproduzione riservata