Comunicati stampa

Incontro programmatico con l’On. Minardo: la delegazione SIAMO Esercito porta a Roma le rivendicazioni strategiche per il personale militare.

14 Ottobre 2025

Importante incontro istituzionale oggi 14 ottobre a Roma. La delegazione del SIAMO Esercito, composta dal Presidente nazionale Stefano Filippi, dal Segretario generale Mauro Palmas e dal Presidente nazionale amministrativo Vittorio Coppola ha incontrato l’Onorevole Antonino Minardo, Presidente della IV Commissione (Difesa) della Camera del Deputati.
Il dialogo è stato articolato su cinque grandi aree, di grande impatto per tutto il personale militare: previdenza dedicata, status giuridico dei Volontari (inclusi premio di congedamento, tredicesima e accesso NASpI), flessibilità oraria, criticità alloggiative e agibilità sindacale. Scopo dell’incontro è di porre le basi per soluzioni concrete, non meri impegni di facciata, sui principali temi di interesse del comparto.

1. Previdenza dedicata
La natura particolare del servizio militare impone un regime previdenziale che tenga conto del carattere rischioso, discontinuo e inizialmente temporaneo dell’impiego attraverso uno schema dedicato, essendo ormai non più praticabile la strada della previdenza complementare, ispirato a modelli esistenti in contesti analoghi, come per gli altri paesi europei. 
In un dialogo più stretto con le forze politiche parlamentari, occorre rilanciare un percorso legislativo per garantire che le modalità di calcolo pensionistico siano adeguate rispetto all’effettiva esposizione professionale e ai vincoli del servizio militare, con l’età obbligatoria di uscita molto penalizzante a causa del mancato avvio negli anni Novanta del fondo di previdenza per la Difesa. Ora è il momento di intervenire, senza indugio, per allontanare il rischio che i servitori dello Stato in uniforme siano i nuovi poveri di domani, con le pensioni medie per i gradi più bassi che si aggireranno sui 1.300 euro.

2. Status giuridico dei Volontari 
Il regime giuridico dei Volontari, in particolare per i VFI e VFT, mostra ancora lacune ancorate a modelli del passato, che penalizzano prospettive di carriera, protezione sociale e continuità lavorativa.
La legge 5 agosto 2022, n. 119 (che ha ridisegnato il quadro delle ferme prefissate) ha introdotto innovazioni importanti, ma non ha risolto del tutto le questioni del “congelamento” del passaggio nei ruoli permanenti e dei periodi di stallo economico-professionale.
Il “premio di congedamento”, ovvero un riconoscimento economico (o indennitario) per chi finisce il periodo di ferma contratto, deve essere reso operativo, quantificato e omogeneo.
Analogamente, l’accesso alla NASpI per i volontari che cessino il servizio merita una disciplina esplicita che non li releghi ad aree di sfavore rispetto ai normali lavoratori. Occorre subito un intervento legislativo che chiarisca, in particolare al Ministero del Lavoro e all’INPS, che il servizio militare volontario non è un lavoro da penalizzare, ma anzi da valorizzare sempre di più, sia con l’accesso alla NASpI al pari degli altri lavoratori, sia rafforzando le quote di riserva nei concorsi pubblici

3. Flessibilità oraria
Il concetto di flessibilità oraria nei contesti militari deve essere declinato con equilibrio tra esigenze di servizio e qualità della vita del personale. Anche nelle Forze Armate, pur con i vincoli che distinguono il servizio militare, è possibile modulare orari, turnazioni, recuperi e “banca ore” compatibili con il riposo, la vita familiare e gli impegni straordinari.
Una gestione più elastica delle presenze (ad esempio, quando la funzione lo consente, “fasce orarie variabili”, compensazioni orarie, criteri condivisi di flessibilità) può contribuire a ridurre il burnout, migliorare la conciliazione vita-lavoro e incrementare la produttività reale, evitando rigidità inutili che si traducono in inefficienza latente.
Occorre un protocollo chiaro e vincolante perché la flessibilità sia parte integrante delle politiche del personale, riducendo, ove possibile. la discrezionalità dei comandanti che può dar vita a discriminazioni tra casi analoghi in enti diversi.

4. Criticità Alloggi
Le condizioni abitative del personale militare sono da tempo uno dei fronti più critici e visibilmente trascurati. È ormai noto che una grande parte del patrimonio immobiliare della Difesa è in condizioni tali da risultare indisponibile o degradato: stando a una recente rilevazione, su circa 16.093 alloggi disponibili, 3.620 sono “occupati senza titolo” e 5.401 necessitano di ristrutturazioni profonde.
In molte sedi, soprattutto nei contesti operativi o in sedi disagiate, il personale è costretto a convivere in spazi angusti, condizioni igienico-sanitarie precarie, infiltrazioni, muffe o assenza di manutenzione. Segnalazioni recenti riguardano l’assenza di climatizzazione, impianti non adeguati e standard minimi non rispettati.
Una parentesi ulteriore riguarda gli “alloggi sine titolo”, occupati da personale che ha perso il diritto all’assegnazione: il tema deve essere sempre di più all’attenzione del legislatore e della Difesa, per tutelare principalmente il personale in servizio che chiede con forza l’accesso al diritto di avere un alloggio nella nuova sede di assegnazione, spesso lontano da ogni rete familiare
Per il SIAMO Esercito, la rivendicazione è duplice:
1. Un piano straordinario di manutenzione, riqualificazione e nuove costruzioni, con stanziamenti certi, per riportare il patrimonio alloggiativo militare a condizioni dignitose.
2. Regole chiare e applicabili sull’assegnazione degli alloggi, considerando anzianità, esigenze familiari, distanza dalla residenza e condizioni di servizio.
Compromettere la qualità abitativa significa indebolire la coesione interna e il senso di appartenenza.

5. Agibilità sindacale
L’effettiva rappresentanza sindacale nelle Forze Armate è tema delicato, in ragione del vincolo gerarchico e del principio di “obbedienza”, ma la legge 46/2022 ha tracciato confini nuovi per la legittimità delle attività sindacali militari: le associazioni sindacali militari riconosciute sono ora il canale legittimo per l’esercizio di funzioni rappresentative.
Il SIAMO Esercito chiede che i diritti sindacali riconosciuti dalla legge trovino reale concretizzazione, garantendo accesso alle strutture, tempo sindacale, spazi per confronto e informazione, reale tutela e valorizzazione dei dirigenti sindacali eletti, che danno il meglio per rappresentare le istanze di tutto il personale militare.
Una agibilità sindacale robusta non è soltanto garanzia di libertà di parola, ma elemento di reale democrazia nel panorama istituzionale: consente di monitorare le condizioni reali del personale, prevenire tensioni e contribuire a una Difesa più trasparente e partecipata.

La delegazione del SIAMO Esercito arriva all’incontro del 14 ottobre con il Presidente Minardo con spirito propositivo, ma senza ignorare l’urgenza delle risposte. Le nostre rivendicazioni non sono questioni residuali, ma leve essenziali per assicurare dignità, prospettiva e stabilità al personale volontario e in servizio permanente.
Affinché l’impegno politico‑istituzionale non resti solo dichiarazione, è imprescindibile che le istanze diventino atti concreti: proposte legislative e decreti attuativi da assumere con decisione, anche con le audizioni presso le competenti Commissioni parlamentari.
Chiediamo all’On. Minardo e agli interlocutori dello Stato Maggiore della Difesa una manifestazione di ascolto autentico, che riconosca la peculiarità del mestiere militare e traduca in azioni effettive le aspettative del personale.

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